Che cosa sono i Bestiari Medievali?

I Bestiari Medievali, o bestiarium, sono testi, accompagnati da illustrazioni, che descrivono animali o bestie dalla fine del XII secolo fino alla prima metà del XIV secolo. Diventano elementi imprescindibili delle biblioteche dei monasteri, alti prelati e nobili. I modelli a cui si rifanno sono principalmente la Naturais historia di Plinio il Vecchio o il Physiologus, una sorta di enciclopedia redatta nel I sec. d.C.
I bestiari medievali non sono testi scientifici. Non riproducono la realtà, ma creano una realtà della stessa intensità. Operano attraverso il metodo dell’analogia per indicare le caratteristiche simboliche e allegoriche di ciascun animale.
Da dove hanno origine i Bestiari Medievali?
I bestiari medievali si presentano come il risultato di diverse componenti ereditate da antiche culture orientali, ellenistiche e romane, in cui la scienza, il mito e la magia si fondono dando origine a un mondo animale complesso nel quale confluiscono, oltre alla componente cristiana, anche quella sciamanica portata dalle culture delle steppe nel mondo europeo in seguito alle migrazioni di popoli dal III al X sec. d.C.
Nel Basso Medioevo la fede nell’esistenza degli animali mostruosi aumenta. Mostri e draghi popolano anche le saghe nordiche e celtiche, perché gli antichi Celti non si erano accontentati di riprendere dal mondo mediterraneo raffigurazioni mostruose di lontana origine orientale, quali i grifoni e le sfingi, ma ne avevano inventati di nuovi, come il cavallo con la testa umana e il serpente con la testa d’ariete. La zoologia fantastica si diffonde attraverso scritti come il De rebus in Oriente mirabilibus, la Epistola Alexandri ad Aristotelem e i fantasiosi racconti delle straordinarie imprese di Alessandro Magno, la Lettera del Prete Gianni, la letteratura di viaggio come la Navigatio Sancti Brendani e i resoconti dei missionari.

I Bestiari Medievali
Corso formativo di 4 lezioni
a cura della Prof.ssa Laura Carlino
Un punto di riferimento fondamentale per la cultura medievale e per la zoologia è la Bibbia, dove troviamo animali fantastici come il Basilisco, il Leviatano, feroce mostro marino, il Behemoth, un mostro terrestre, e lo spaventoso Drago con sette teste dell’Apocalisse. Nella Bibbia sono nominati circa centocinquanta animali. Ma se l’antichità relegava i mostri tra i fenomeni contro natura, presenti ai margini del mondo “civile” o in luoghi lontani, il Medioevo cristiano invece li riqualifica, includendoli nel misterioso disegno divino, all’interno del quale anche il più bizzarro e osceno personaggio trova la sua funzione e il suo significato.
A Philippe de Thaon o anche di Thaun, monaco cristiano e poeta francese vissuto durante il regno di Enrico I d’Inghilterra, si deve il più antico esempio di libro in volgare, Bestiaire (XII sec.). Il Libro della natura degli animali di Pier Damiani è il più famoso dei bestiari prodotto dalla letteratura italiana del Duecento.
Lo stesso Dante, nella Divina Commedia utilizza gli animali come analogia dei vizi umani; nel primo canto dell’Inferno, Dante incontra la lonza (simbolo di lussuria e invidia), il leone (superbia) e la lupa (avidità).